Economia circolare: come combattere la cultura dell'usa e getta

 

Per scoprire cos'è la moda circolare, rivediamo prima come l'industria della moda ha sempre funzionato. La produzione della maggior parte dei capi che teniamo nel nostro guardaroba è ben lungi dall'essere rispettosa dell'ambiente. Per la sua fabbricazione vengono estratte risorse non rinnovabili che verranno scaricate nei circuiti produttivi, il che si tradurrà in un capo che verrà utilizzato per una stagione e poi scartato. Questo è ciò che viene chiamato fast fashion: un modello di consumo eccessivo di vestiti che non è sempre necessario.

Cos'è la moda circolare e perché si caratterizza?

La moda circolare fa parte di un progetto molto più ambizioso e di vasta portata noto come "economia circolare". L'economia circolare si basa su un concetto di sinergie e feedback tra i consumatori in modo tale che i prodotti non abbiano un consumo lineare. Spiegato direttamente, potremmo dire che invece di acquistare un prodotto da utilizzare, nel migliore dei casi, e buttarlo via dopo poco, si contemplano usi complementari di esso, potendo avere seconde possibilità.

La premessa è quella di mantenere i prodotti in circolazione il più a lungo possibile implementando il concetto delle tre R "ridurre, riutilizzare, riciclare"Nel caso della moda circolare, stiamo parlando di capi che rimangono attivi finché hanno una vita utile. Così, quando non possono più essere utilizzati, possono tornare nell'ambiente senza inquinarlo. Per fare questo, parliamo di cinque fattori chiave: 

  • Materiali che possono essere riutilizzabili.

  • Energia rinnovabile.

  • Gestione del carbonio.

  • Gestione delle risorse idriche.

  • Giustizia sociale.

Infine, contempla il fatto di riciclare e ottenere materia prima da capi che non possono più essere riutilizzati. Con questo, si ottiene la produzione di altri prodotti o si generano rifiuti che non causano danni all'ambiente. Ma non solo capi possono essere rigenerati, anche accessori. Come gli occhiali Quoise, un accessorio iconico che va oltre la tendenza del momento, e che si riesce ad adattare benissimo all'economia circolare. Perché? Vengono prodotti interamente in ECONYL, un nylon rigenerato da rifiuti plastici marini e plastica recuperata da scarti di lavorazione industriale. Ma non solo. Una volta scartati, possono essere riciclati nuovamente riducendo gli sprechi e generando così una nuova vita.

Fast Fashion vs Slow Fashion

Abbiamo già evidenziato il concetto di moda lineare. Attualmente è il sistema tradizionale più diffuso quando si tratta di acquistare vestiti o accessori. Un certo produttore definisce le collezioni per un certo anno, le produce in modo massiccio, le commercializza e cerca di smaltire le scorte invendute. Nella maggior parte dei casi, l'economicizzazione dei prodotti, grazie alle economie di scala, favorisce che un consumatore medio possa acquisire un gran numero di capi. Molti di loro diventano obsoleti prima ancora di essere indossati perché arriva sempre molto presto la "nuova collezione". Questo sistema è chiamato fast fashion. I marchi di abbigliamento sono tuttavia sempre più consapevoli dei limiti di questo modello di business. Ecco perché sono oggi chiamati, anche da consumatori più attenti, a produrre in modo più ecologico e meno inquinante. Ma il problema non sta tanto nella coscienza responsabile quando si tratta di produrre e riciclare, ma nell'eccesso di offerta che genera.

Il modello emergente della slow fashion, la moda lenta, può essere inteso come un'alternativa al sistema lineare o veloce e si riferisce ad una nuova cultura d'acquisto dei capi d'abbigliamento. Mentre la fast fashion implica un concetto di moda usa e getta, la slow fashion apre alle prospettive di una nuova vita ad abbigliamento e accessori. Sempre più operatori investono nella slow fashion e agiscono anche per offrire servizi quali ad esempio il recupero e il ricondizionamento di capi di seconda mano, oppure la possibilità di riciclarne i materiali. Il successo del nuovo modello slow dipenderà quindi anche molto dalla complessità del sistema che dovrà dotarsi non solo di efficienza produttiva e nella comunicazione, ma anche di comparti dedicati ai servizi al consumatore che solo così potrà sentirsi tutelato nella scelta di sposare uno stile di vita più sostenibile.  

Vantaggi della moda circolare ed ecologica

In conclusione, riteniamo che sia importante ricapitolare le ragioni che rendono la moda circolare una buona opzione sia per il consumatore che per l'ambiente. È una moda responsabile: pensaci, quanti capi ci sono nel tuo armadio che hai appena indossato un paio di volte?

  • Aiuta i marchi: che ci crediate o no, consumare moda circolare fa bene a brand e produttori. La moda, come ogni azienda, si basa su un'adeguatezza tra domanda e offerta. Una domanda più bassa non è una cosa negativa se significa che le aziende tessili diminuiscono la loro offerta. Significa risparmio logistico e mentalità a medio e lungo termine.

  • È economico: sebbene i prezzi siano diminuiti negli ultimi tempi, anche la moda circolare potrà offrire un risparmio per il cliente. Creare capi che consentano di essere riciclati nei materiali con cui sono realizzati è la sfida dei prossimi anni.

  • Aiuto all'ambiente: sia in termini di minore produzione che in termini di minor spreco, prolungare la vita utile dell'abbigliamento e degli accessori porta ad una diminuzione dell'inquinamento tessile per il pianeta.

 

Aiutare e proteggere l’ambiente è anche l’obiettivo principale di Quoise. Il brand, infatti, si impegna quotidianamente per difendere mari e oceani. Come? Per ogni paio acquistato vengono destinati 5 euro a Marevivo, onlus italiana che da 36 anni tutela il mare e le sue risorse. Tra le principali attività svolte: la conservazione della biodiversità, lo sviluppo sostenibile, la valorizzazione e la promozione delle aree marine protette, la lotta all'inquinamento e alla pesca illegale e l'educazione ambientale. Insomma, un altro buon motivo per scegliere e sostenere la moda circolare a discapito della moda "usa e getta".